Il dramma dei migranti in un mio raccontino pubblicato a giugno dello scorso anno
per l’antologia, curata da Franco Forte, “365 racconti d’estate” della Delos Books.
Una paginetta su un tema di stringente attualità…
– Che cos’è?
– Oh caaazzo! – Luca si portò una mano alla bocca e soffocò un conato. Non aveva mai visto dal vero un…
– Dobbiamo portarlo a riva – lo incalzò Tommy cedendogli la pagaia.
Il canotto era minuscolo e il timore di entrambi era che con un cadavere a bordo potesse ribaltarsi. Tant’è.
– Io non ci voglio stare qui sopra con un… – Non riusciva neppure a pronunciare la parola.
– Torna a nuoto allora. Buttati in acqua con lui!
Neanche a pensarlo. Sull’orlo di una crisi di pianto, Luca si voltò verso la spiaggia: gli ombrelloni, i bimbi che urlavano, le ragazze in bikini sul bagnasciuga. Tutto così lontano, remoto. Era come se d’improvviso il mare fosse diventato un piatto di brodo con dentro una mosca. – È un clandestino? – chiese per farsi coraggio.
Tommy scrutò al largo, quasi che la risposta fosse laggiù da qualche parte. – Forse è stato buttato giù da un barcone. Eddai, mi aiuti o no a tirarlo su?
Luca non aveva appetito. Poggiò la forchetta sul piatto e disse ai suoi che sarebbe andato in giardino a guardare un po’ Facebook sul cellulare. Appena all’aperto sentì il segnale di un messaggio WhatsApp.
– Ehi C6? Hanno chiuso la spiaggia.
Digitò – Domani allora?
– Domani usciamo in canotto dagli scogli.
– Tu 6 tutto matto! E xké?
– Xké dicono che ne arriveranno altri. Il mare è un osso duro. E noi oggi abbiamo fatto un lavoro figo.
Niente valeva come giocare a pallone dove si frangevano le onde. Gli schizzi, le urla, i tuffi… La spensieratezza di avere 11 anni e niente compiti per le vacanze.
Il canotto beccheggiava sul mare appena increspato. Lontano, alla loro destra, due unità della Capitaneria. Forse si erano spinti troppo al largo. Forse di quell’estate avrebbero ricordato il loro improvviso diventare adulti. Da una notte con l’altra. Come salire sulla cresta di un’onda e scendere a capofitto dall’altra parte.
Fu Luca, controsole, il primo a individuare il secondo corpo. Galleggiava a pancia sotto, le braccia larghe. Si calò in acqua e andò ad afferrarlo per le gambe…
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