Scrivere racconti bonsai, microstorie di 2.000 battute è un esercizio estremamente utile e fecondo. Permette innanzitutto di misurarsi con una dimensione che richiede due caratteristiche fondamentali: idea fulminante e sintesi assoluta. Si tratta insomma di un distillato che si ottiene solo mettendo insieme una scelta ponderata con una capacità di espressione estremamente compressa, lucida, affilata.
Le occasioni di cimentarsi con una storia flash sono assai rare e il più delle volte demandante al desiderio personale di scrivere di pancia, dando forma a un’idea che ci frulla per la testa, ma che sappiamo non reggerebbe la prova di fondo del racconto lungo o del romanzo. Accade però che l’opportunità ci venga offerta da un contest per drabble (storia di 100 parole) o da un brillante progetto antologico come quello messo in campo da Delos con le sue raccolte “365”, curate da Franco Forte.
In tutto, sette raccolte, partite nel 2010 con “365 Racconti Erotici per un anno”, e proseguite poi con “365 Racconti Horror per un anno” (2011, “Acqua, sale, calcio”), “365 Racconti sulla Fine del Mondo” (2012, “L’ultima Harley”), “365 Storie d’Amore” (“Un solo corpo”) e “365 Racconti di Natale” (2013, “Vigilia da cani”), “365 Racconti d’Estate” (2014, “Il mare è un osso duro”) fino alla recentissima “365 Racconti Gialli, Thriller e Noir”, curata da Claudia Cocuzza e Marika Campeti, uscita a ottobre 2024, esattamente a dieci anni di distanza da quella che l’ha preceduta.
Sono davvero pochi gli autori che non conoscono le dinamiche di quello che possiamo chiamare “recruiting”: una selezione aperta che avviene soprattutto tramite social, affiancata ad alcune presenze “a invito”, vere e proprie wild card che vengono distribuite in modo da avere la più ampia (e magari autorevole) rappresentanza di scrittori e generi di provenienza.
Io, con entusiasmo, partecipai su invito a tutte eccetto che alla prima, perché venni a sapere dell’antologia solo a selezione dei racconti ampiamente chiusa. L’ultima però, oltre a essere il gradito ritorno di un format editoriale che ha ottenuto risonanza e successi davvero notevoli, è stata quella che mi ha intrigato di più. E le ragioni stanno proprio nel genere in cui mi sono cimentato – il noir – e soprattutto nel protagonista della storia, sul quale in qualche modo mi piacerebbe tornare.
Ecco la prima parte del racconto, intitolato “Recupero crediti”, che verte sul rapporto – anche professionale – tra un sordo(muto) e un cane da combattimento, un pitbull.
– Tieni a bada il cane, okay!
Crudo ringhia, il rumore soffuso di una motosega. Non posso sentirlo, ma vibra nella catena del guinzaglio, lo percepisco fra le dita.
Il tipo rigira nel palmo il biglietto che gli ho messo in mano e fa una smorfia di scherno. – Sei…? -. Volta la testa, ma riesco ancora a leggergli le labbra. – Ehi, Goran, hanno mandato uno stronzo di sordomuto.
Ho altri biglietti nelle tasche. Nel caso vengano utili.
Goran si tiene a distanza, mi squadra e poi guarda il cane. Deve pensare che sia troppo grosso per me e io troppo esile per lui. Una coppia studiata a tavolino, buffa e letale. Non ha tutti i torti. Per precauzione fa due passi indietro.
– E come trattiamo con sto qui? – lo incalza il tipo.
– Spiegagli che possiamo dargli solo metà del grano, il resto fra due giorni.
– Ti è chiaro o no che il mingherlino non capisce un cazzo?
– TU DIGLIELO!
La motosega al guinzaglio si solleva dai quarti posteriori, sicuro ha intuito l’antifona. È un fascio di nervi, il ringhio è cresciuto d’intensità.
Gli passo un secondo biglietto. “Sono sordo, non scemo. Leggo il labiale”.
“Recupero crediti”, in “365 Racconti Gialli, Thriller e Noir”, Delos Digital, pagg. 472, euro 22,00 in cartaceo, euro 7,99 in ebook.
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