Capita spesso che nei romanzi non trovino spazio idee, scene e diramazioni secondarie scartate per ragioni diverse. La principale fra tutte è la loro dubbia utilità nel contesto del plot a cui stiamo lavorando, che per ovvie ragioni implica scelte e tagli a volte dolorosi. Nella massa di materiale approntato per la stesura di centinaia di pagine – nella fattispecie, del romanzo “Il trentunesimo giorno” – nulla però è destinato finire nel cestino. In alcuni casi rimane dormiente in qualche cartella del computer, in altri – assai più frequenti – va a confluire in un progetto nuovo e parallelo che con il precedente condivide setting e personaggi.

In situazioni come queste siamo di fronte a veri e propri spin-off, che magari nella forma di raccolta di storie brevi tornano a calcare lo stesso universo narrativo del romanzo-madre. È accaduto sovente nelle mie produzioni, soprattutto con il Ciclo di Mondo9, e il fenomeno si è replicato tale e quale con “Storie del trentunesimo giorno”, compendio di cinque racconti legati a corda doppia al romanzo e scritti nel volgere di una manciata di mesi, a promozione del titolo ancora calda.

Alcuni dei temi trattati sono nuovi, altri rivisitano, sviluppandone però implicazioni e contorni, situazioni che nel romanzo sono soltanto accennate: catastrofi ambientali come conseguenza della pioggia ininterrotta, regole d’ingaggio e recupero dei cadaveri fluttuanti, dinamiche relazionali tra gli zavorranti, ma anche argomenti sociali, come il femminicidio, la violenza domestica, i crimini e i comportamenti devianti di varia natura…

I racconti, in rigoroso ordine cronologico di stesura, sono al momento cinque – “Zavorranti”, “Cieli di fango”, “SciaKallo”, “Lo stormo” e “Vivi!” – il primo dei quali è uscito a luglio, in calce all’Urania di Nancy Kress “Il mare cambia” (n. 1728), un techno-thriller che ha come sfondo proprio il cambiamento climatico. Qui un mio breve intervento su “Zavorranti”.


La storia, sedicesimo titolo uscito per Mondadori (escludendo il dettaglio di quelle che vanno a formare “Cronache di Mondo9” e “L’algoritmo bianco”), parla del problematico recupero, in un contesto urbano, del corpo di una giovane donna, che metterà due zavorranti di fronte a non poche difficoltà anche di carattere morale. Il tutto reso ancor più complicato dalla presenza ingombrante e misteriosa di una quarta losca figura…

Ecco la prima recensione, e sotto, l’incipit:


Stesa sul tetto del palazzo, Irina staccò l’occhio dal cannocchiale di puntamento, abbassò le cuffie sul collo e liberò un soffio dalle labbra. «Cristosanto!». Battendo le palpebre si rivoltò supina, la schiena madida di sudore contro il pavimento rovente, la balestra incrociata sul petto, il dardo incoccato.

«Cazzo ti prende, Iri?».
Si tolse la pagliuzza che non era riuscita a far volar via dalle ciglia. «Questione di peli e contropeli». Estrasse i Ray Ban scuri da un tascone della mimetica. «Abbiamo il sole in faccia, te ne sei accorto?».
L’uomo ridacchiò. «Devi tagliarti quella maledetta frangetta, sei più figa senza».

Entro la fine dell’anno arriverà un secondo racconto. Ma questa è un’altra storia…

In coda a “Il mare cambia”, Nancy Kress, Urania 1728, Mondadori, pagg. 174, euro 6,90 in cartaceo, euro 4,99 in ebook.