All’insegna dei Maya contro tutti, eccoci arrivati agli ultimi scampoli di civiltà. Quest’anno la fine del pianeta è stata il leitmotiv di numerose iniziative editoriali, più o meno riuscite. Sul tema mi ci sono cimentato anch’io. Con una storia d’amore…
Nel clima di apocalisse imminente non potevo non contribuire agli ultimi rintocchi del Terra: ecco il mio racconto “L’ultima Harley”, pubblicato a maggio 2012 nell’antologia “365 racconti sulla fine del mondo”, curata da Franco Forte ed edita da Delos Books. Una struggente storia d’amore, in sella all’icona di tutte le moto; un piccolo omaggio… per tirare fino ai titoli di coda. Buona fine del mondo a tutti!
L’ultima Harley
È morta.
Lo sento da come vibrano le sue braccia attorno ai miei fianchi.
Ma non ho il coraggio di voltarmi.
Il motore dell’Harley tossisce, tra poco nel serbatoio non ci sarà più una goccia di benzina, e sarò costretto a fermarmi.
Attorno non ci sono che asfalto spaccato e campi bruciati.
E l’Infame nelle orecchie.
Il solo modo di tenerlo a bada è produrre rumore. Una montagna di rumore. Non lo senti e lui non ti uccide, non subito. Hanno detto alla tv che sono ultrasuoni, un particolare infame tipo di ultrasuoni.
Vera non ce l’ha fatta. Abbiamo percorso 3000 miglia. Senza mai fermarci altro che per riempire il serbatoio alle pompe abbandonate. Aggrappati alla convinzione che il rombo dell’Harley ci avrebbe tenuti in vita.
Faccio per smontare dalla moto. Vera, dal sellino posteriore, mi si affloscia addosso. Un fantoccio di stracci e piaghe. Mi sciolgo dal suo abbraccio e l’agguanto al volo prima che scivoli nella polvere. La corico ai piedi dell’Harley. Drizzo le spalle e mi guardo attorno.
Desolazione, cenere, silenzio.
L’Infame…
Ora che il motore è spento lo sento scavarmi nella carne.
Piovono scaglie di buio.
Non credo che sopravvivrò a lungo.
Vera era tutta la mia vita. La veglio carezzandole i capelli.
Imbrunire. Le onde dell’Infame mi scendono dentro come magma rovente.
24 dicembre 2012, a quest’ora saranno tutti morti. Quasi tutti.
Piango.
Baccano di pentolame sbattuto.
Un tipo arranca strusciando i sandali lungo il ciglio della carreggiata. Regge due pentolacce, una per mano, e le batte una contro l’altra, come un automa. Probabilmente da giorni.
“Ehi, amico, ti ha detto nessuno che non ti servirà a un cazzo!” grido con rabbia nel frastuono. Solleva appena la testa e passa oltre. Ha il viso cotto dal sole, scavato dalle rughe.
Sfilandogli accanto, butta un occhio al cadavere di Vera.
“Il mondo è finito, FINITO!” gli urlo dietro. Appendo lo sguardo al cielo.
Deglutisco a vuoto. È l’Infame che scende.
Il tipo si allontana. Piedi strascicati e pentole che urlano per lui…
“365 racconti sulla fine del mondo”, a cura di Franco Forte, collana Atlandide n. 9, Delos Books, 14,90 euro. Ordinabile (scontato) qui.
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(by Giorgio Sangiorgi)
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