Le città del futuro, così come ce le hanno raccontate la letteratura, il cinema, le serie tv, i fumetti e i videogame di fantascienza: dalla cupa e piovosa Los Angeles di Blade Runner alla città verticale di Metropolis, dall’oscura Gotham City di Batman al lussuoso High Rise di James Ballard e alla stratificata Pechino Pieghevole di Jingfang Hao. Passando, perché no, anche da Mecharatt “La Lurida”, la caotica megalopoli portuale ai margini del Grande Deserto di Mondo9.
Il tema, straordinariamente suggestivo, è al centro della rassegna “Prossime Città”, promossa nel capoluogo piemontese in occasione della Biennale Tecnologia 2022 dal Politecnico di Torino e dal Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza, nei giorni dall’11 al 13 novembre. Tre giorni di dibattiti e di mostre sul rapporto fra tecnologia, umanità e ambiente negli spazi urbani, proprio alla luce di quanto lo storytelling fantascientifico ha consegnato al nostro presente.
Mecharatt “La Lurida”, crogiolo di genti e colori ai confini del nulla, dove tutto scotta, abbaglia e ferisce i sensi, sarà l’unica città “italiana” in mezzo a tante icone dell’immaginario SF internazionale. Tra metallo rovente, concrezioni di ruggine, altiforni, rotaie, vapore e fuliggine; con il suo caratteristico skyline di torri, ciminiere, gru, fari e minareti perennemente avvolti da una nube di fumo nero. Ma soprattutto con la sua piantina che ricorda un nove speculare, una conchiglia, una rosa dei venti, una spirale, un fiore, una galassia, un labirinto…
Immaginate una Venezia forgiata nel metallo e irraggiata da un sole implacabile dall’alba al tramonto, con i canali che serpeggiano nella sabbia anziché nell’acqua di laguna. Immaginate i titani a ruote che s’incuneano fra le dimore senzienti dei quartieri mechardionici, le urla dei venditori e le imprecazioni dei portuali proferite in lingue sconosciute, il fetore di sporcizia, il sudore, i versi di animali mai visti, gli aromi di terre lontanissime, i rumori di un porto in costante attività…
Ecco un paio di estratti da “Naila di Mondo9”:
«Mecharatt era una megalopoli immensa, un caotico agglomerato di vele, ruggine e metallo che si estendeva su un’area di circa 580 miglia quadrate. Uno sfregio al deserto, una ferita purulenta, con moli, darsene, gru e banchine disseminati lungo tutto il suo perimetro, sebbene i porti principali fossero quattro, uno per ogni punta della rosa dei venti. E poi c’erano i canali di sabbia, un intricato reticolo che si addentrava sino al cuore del borgo vecchio; ma soprattutto un fitto arcipelago di isolotti su ruote che si muovevano sospinti dal vento, portandosi appresso il loro codazzo di navi al guinzaglio.
Ognuno di questi quartieri-satellite inalberava un complicato sistema di vele che lo faceva muovere in tondo attorno alla città, come una sentinella in ronda. Ed era un’enclave a sé stante, con tanto di faro notturno, banchine d’attracco, cantiere di riparazione, magazzini ricambi e di stoccaggio, vetreria, mercato del pesce, gru e paranchi per il carico e lo scarico delle merci. In previsione delle tempeste di sabbia più violente gli isolotti ammainavano la velatura e venivano ancorati al nucleo principale di Mecharatt da titaniche catene, in modo che la furia del vento non li strappasse dalla loro orbita spingendoli alla deriva nel deserto.
In tutto, le isole superstiti erano nove – grandi quanto piccoli villaggi di pescatori – e potevano offrire servigi e riparo per una trentina di navi ciascuna: mezza dozzina di grosso cabotaggio e le altre più piccole. Dei sedici originari, cinque isolotti erano andati persi nel corso di due furibonde burrasche e un sesto aveva scelto deliberatamente lo status di nave, per cui era stato adattato in cantiere alla navigazione d’altura e aveva preso il largo con il nome di Afritania».
Ogni tanto un quartiere collassa, si accartoccia su se stesso, sprofonda sotto i moli sospesi e allora gli uomini scendono nella sabbia a recuperarne i pezzi per farne altro, magari una nave…
Mecharatt “La Lurida”, splendidamente illustrata dalle tavole di Franco Brambilla, è protagonista di tutti i libri di Mondo9 (“Cronache di Mondo9”, “Naila di Mondo9”, “Mya di Mondo9”), presenza imprescindibile di ogni partenza e di ogni ormeggio. Una “Prossima Città”?
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