La fantascienza è donna? E lo può essere anche per un autore uomo? Almeno per il sottoscritto, due recenti episodi fanno propendere per il sì anche per la seconda domanda, dopo che per la prima parlano ormai da tempo le cronache delle uscite in libreria/edicola e la sfilza di premi vinti da scrittrici SciFi un po’ in tutto il mondo.
Il 30 marzo 2022, ho partecipato – con la mia Naila – a un seguitissimo webinar interno organizzato dalla multinazionale Nokia sul tema “Break the Bias” – “rompere il pregiudizio” – in compagnia di Patrizia Rinaldi, autrice che ha dato vita al personaggio della poliziotta non vedente “Blanca”, protagonista dell’omonima fiction di grande successo di Rai 1, ora su Netflix.
Insieme, davanti a una platea virtuale di oltre 300 persone, abbiamo parlato di donne risolute e decise, che non sono disposte a piegare la testa di fronte a discriminazioni e pregiudizi. Ma anche di empatia, di vulnerabilità e talento come risorse per un’illuminata leadership non soltanto al femminile.
Un incontro particolarmente riuscito sia per l’ottima organizzazione, che vede Nokia in prima linea su temi quali l’inclusione e la “Women’s Empowerment” (con eventi organizzati in ogni parte del globo), sia per la straordinaria sintonia venutasi a creare con Patrizia, che ha raccontato delle numerose differenze tra la sua “Blanca di carta” (come la chiama lei) e la Blanca portata sullo schermo.
Una seconda incursione nel mondo delle donne è avvenuta per il sottoscritto grazie alle pagine del settimanale “Elle”, storico e diffusissimo magazine femminile di tendenza che nel suo numero 12/2022, uscito in edicola il 31 marzo ha dedicato un’inedita finestra alla fantascienza con un articolo dal titolo “Amarsi nel 2099” (illustrazione di Sara Not).
Sotto la regia esperta di Elettra Aldani, figlia dell’indimenticabile scrittore Lino Aldani, quattro stimatissimi nomi
della SF italiana – due donne e due uomini – si sono cimentati nell’immaginare come sarà l’amore alla fine di questo secolo. Assieme a Nicoletta Vallorani, Elena Di Fazio e Giovanni Peli, io ho dato il mio contributo con un microracconto che la redazione della testata ha voluto intitolare, con geniale gusto della provocazione, “Un lecca lecca è per sempre”.
Due testimonianze di un ormai conclamato momento d’oro per la SF italiana, che con sempre maggiore autorevolezza e coscienza della propria identità esce, ancora una volta, dal suo alveo di riferimento per raggiungere un pubblico molto più ampio e insospettabilmente incuriosito.
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